di Daniele Santi #maiconsalvini twitter@milanonewsgaia #Politica
L’Attilio Furioso non è soltanto furioso ha anche la memoria corta perché nel suo discorso del 27 luglio alla Regione Lombardia, tutti crepitii e fuochi d’artificio all’attacco di coloro che stanno indagando, non lo stanno accusando, dimentica di parlare del suo scudo fiscale per la mancata dichiarazione del quale fu multato dall’ANAC. Lo scrive il Corriere. Che non è un pericoloso quotidiano anti-sovranista.
… sullo scudo fiscale Attilio Fontana, (…) ha sempre taciuto: tanto da essere sanzionato nel 2017 dall’Anac per aver omesso nel 2016, da ex sindaco di Varese, l’obbligatorio stato patrimoniale nel quale sarebbero comparsi i 5 milioni di scudo fiscale in Svizzera nel 2015. Questo genere di sanzioni amministrative dell’«Autorità nazionale anticorruzione», però, non sono pubbliche nel contenuto delle motivazioni, ma soltanto nel dispositivo, che viene pubblicato nella sezione «amministrazione trasparente» del sito online in questo caso del Comune di Varese di cui Fontana era sindaco (sezione peraltro curiosamente modificata proprio ieri rispetto al precedente ultimo ritocco) con questa espressione: «In applicazione dell’art. 47, c. 1, d.lgs. n. 33/2013, in esito al procedimento avviato con nota Uvot/2017-001403/rg, l’Anac ha applicato al sig. Attilio Fontana la sanzione nella misura ridotta di € 1.000,00, in conformità a quanto previsto dall’art.16 della legge 689/1981 (provvedimento Uvot/2017-001408/rg)» (…) Tradotto dall’ostrogoto burocratico, per capire di che si tratti bisogna intanto guardare l’articolo 47 del decreto legislativo n.33 del 2013, che prevede l’irrogazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 10.000 euro (in misura ridotta a 1.000 euro se pagata entro 60 giorni, un po’ come avviene per le contravvenzioni stradali), oltre alla pubblicazione appunto solo della notizia del provvedimento sul sito internet dell’amministrazione, a carico dei componenti degli organi di indirizzo politico che siano responsabili della «mancata o della incompleta comunicazione delle informazioni e dei dati di cui all’articolo 14 del medesimo decreto». Quali sono e di chi? Sono i dati sulla situazione patrimoniale complessiva, al momento dell’assunzione in carica, dei «titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo».
Esisteva dunque per Fontana, sindaco di Varese dal 2006 al 2016, l’obbligatorietà del deposito anche per il 2016 della dichiarazione sul proprio stato patrimoniale relativa al 2015. Ma non lo fece. E fu alle fine del 2016 che il responsabile anticorruzione del Comune fu costretto a comunicare all’Anac che Fontana, a dispetto anche di molti inviti a livello amichevole, non l’aveva presentata. E il resto lo potete leggere qui.
Viene quindi meno l’integrità di Fontana che non tollera dubbi sulla sua integrità sapendo che non dichiarò ciò che doveva dichiarare? Figurarsi. Questo scrivente si trova sempre a pagare qualche multa perché dimentica questo e dimentica quello, ma questo scrivente non ha cariche politiche e visto in che compagnia si troverebbe si guarda bene dall’assumerne. Tuttavia ritiene, questo scrivente, dal basso della sua umanissima fallibilità, che non si può sostituire l’integrita delle azioni, con la manifestazione di insofferenza alle indagini manifestata dal governatore della Lombardia il 27 luglio scorso. E da un politico non si possono tollerare omissioni. Su uno scudo fiscale, poi. Omissioni non va bene? Vogliamo parlare di “dimenticanze”? Benissimo. Non si possono tollerare nemmeno quelle. Soprattutto se quel politico poi sale sul pulpito dell’integrità e della morale in una situazione, non invidiabile, dove spuntano indagini da tutte le parti su questioni che sono tutte riconducibili alla sua figura di Governatore e sulle quali, come tale e non come uomo che non è integro o come colpevole, Fontana è chiamato a dare spiegazioni. Gli piaccia o no.
E la sua dichiarazione “Vogliono destabilizzarci, non mi arrendo”riportata ancora dal Corriere suona tanto a campana a morto di un regime che si sente tale e che pensa di essere alla canna del gas.
(28 luglio 2020)
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